giovedì 13 ottobre 2011

Kolam, l'arte di unire con scie di riso

I Kolam sono da millenni un'ispirata forma di arte popolare tipica del Sud India e del Tamil Nadu in particolare. 
Un rituale giornaliero, prerogativa delle donne di casa che segnano con mano leggera e sicura sulla strada, davanti alla soglia d'ingresso, lunghe scie bianche intrecciate circolarmente. Le gambe dritte e tese, le schiene umili piegate e il braccio lungo che pendola come la proboscide di un elefante.

Donna che disegna un Kolam, Pondicherry, Tamil Nadu.
Foto di Daria Mascotto, 2011.
Il Kolam, come un sigillo segreto, è il segnale che dichiara la devozione degli abitanti della casa e invita le divinità benevolenti a visitarla. Come un amuleto apotropaico, allontana i poteri oscuri e gli sguardi maligni e favorisce il crescere dell'attributo a cui è legato simbolicamente, come prosperità, gioia, saggezza, salute o verità.

Tradizionalmente per tracciare i Kolam viene usata farina di riso, alimento sacro e cereale di civiltà per l'Oriente: in India è considerato fonte di vita e simbolo di prosperità per eccellenza in quanto base dell'alimentazione. Sovente è utilizzato come offerta alle divinità durante la puja, come dono fra i più preziosi e benaccetti. 
Di recente, a causa dell'aumento esponenziale dei prezzi dei cereali, alla pura farina di riso è stata sostituita una mistura contenente un'abbondante quantità di gesso.

La tradizione prevedrebbe inoltre un'associazione particolare tra Kolam e giorno della settimana, stagione, fase lunare e calendario religioso: ad ogni singola disposizione dei pianeti e degli Dèi, sarebbe associata infatti una rappresentazione simbolica specifica capace di svolgere propriamente la funzione di unire macrocosmo e microcosmo: attraverso la bellezza e l'armonia del gesto, lo spirito umano e l'incessante danza del mutamento universale si accordano in un unisono. L'arte e la conoscenza vanno per mano in India, perché l'una e l'altra hanno la potenza di facilitare l'unione di ciò che di divino vibra dentro e fuori di noi. Non è un caso, infatti, che anche i luoghi che accoglieranno cerimonie artistiche come spettacoli di danza o di musica, vengano decorati con Kolam. Anzi, la particolare potenza unificatrice dell'arte è sottolineata dalla presenza non di uno, bensì di molti Kolam realizzati in grande dimensione e arricchiti da fiori e candele e seminati lungo il percorso che conduce il pubblico dinnanzi allo spazio scenico, che ne viene letteralmente circondato.

Kolam benaugurale in occasione di uno spettacolo di danza, Pondicherry, Tamil Nadu.
Foto di V. Scalvini, 2011 
L'unione tra Brahman (universale) e Atman (individuale) è rappresentata nel Kolam dall'intreccio fra singoli puntini discontinui e linee continue che evidenziano il filo indistruttibile che lega gli elementi della creazione fra loro. Estremamente significativo è il materiale impiegato: un alimento, anzi l'Alimento per eccellenza in India. Ciò che "fa" l'uomo, il suo corpo, la sua identità e ciò che, con la morte, diventa ciascuno di noi: polvere (farina di riso equivale qui a polvere di riso, come dire, polvere di uomo), alimento per altra vita a venire.
Kolam è unione, legame. E' arte e conoscenza. Gesto e pensiero. Sacro e profano. Quotidiano e straordinario. Vita, morte e ancora vita.

Il significato antico, spirituale e occulto, di molti Kolam è purtroppo andato perduto, ma l'etimologia di questo nome rivela la stessa radice di "forma" o "maschera": un pizzico di qualcosa di sottile si cela e dimora dietro queste forme geometriche.
Anche se spesso non compresi, i modelli simbolicamente rappresentativi dei Kolam sono considerati in India un ponte fra la nostra esistenza fisica, mentale e vitale finita e l'infinito rinnovarsi.

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Quest'estate, durante il mio viaggio in India, ho avuto la fortuna di trovarmi tra le mani le spiegazioni del significato di alcuni Kolam.
Le riporto di seguito con l'immagine accanto.




Mattu Kombu:
Corna di mucca nella forma del loto. 
Immagine usata prima e dopo il raccolto.
La mucca stessa è un'antica immagine vedica che simbolizza la luce spirituale.






Manoranjudham:
Un motivo di rampicanti stilizzati, il nome (mano = logica) suggerisce il desiderio di raggiungere poteri spirituali.










Parisathu:
Il fiore celeste del Mahabharata, il cui possesso simboleggia eterna gioventù.
Nel Sud India questo motivo floreale esprime ammirazione per la bellezza dei capelli delle donne.








Pagala Suradu:
Padala Suradu (recuperare dalle profondità).
Il motivo della rete si trova spesso nei pressi dei pozzi, ed è usato per recuperare vasi perduti.








Sree Herudahya Kamalam:
Il loto del cuore.