mercoledì 9 gennaio 2013

Appunti di pedagogia attiva

Se ascolto, dimentico. 
Se vedo, ricordo. 
Se faccio, capisco.
(Proverbio cinese)



Bruno Munari, artista e designer, ma anche pedagogo intuitivo, applicò i principi fondamentali della "pedagogia attiva", convergendo spesso con il pensiero di Piaget. Entrambi sono contrari all'imposizione, entrambi propongono il fare: sperimentare, cercare e scoprire da soli, in modo autonomo.
Un metodo fatto soprattutto di azioni didattiche ispirate a principi per lo più di origine orientale. Principi espressi con frasi semplici, essenziali, comprensibili da tutti. Ma spesso fraintesi. "E' tutto qui? Facile, troppo facile...". Semplificare è più difficile che complicare...",  soleva ripetere l'artista. Un metodo "in progress", perchè intende lasciare ampio spazio di azione creativa a chi ad esso si ispira.
Il laboratorio diventa per Munari centro di creatività e conoscenza, di sperimentazione, scoperta e autoapprendimento attraverso il gioco: è il luogo privilegiato del fare per capire, dove si fa "ginnastica mentale" e si costruisce il sapere. E´ anche un luogo di incontro educativo, formazione e collaborazione. Uno spazio dove sviluppare la capacità di osservare con gli occhi e con le mani per imparare a guardare la realtà con tutti i sensi e conoscere di più, dove stimolare la creatività e il "pensiero progettuale creativo" fin dall'infanzia, nella prospettiva di un'educazione utile alla formazione integrale dell'individuo.
(fonte: www.brunomunari.it)

Negli stessi anni in Gran Bretagna Jaqueline Smith Autard elaborava  l'Art modelfare, creare e osservare, come modello pedagogico educativo applicato alla danza.
Epistemologia operativa definisce il metodo esperienziale elaborato in seguito da Donata Fabbri e Alberto Munari negli anni '80.

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